Francesco Guiotto
Martedì 20 Dicembre 2005
C’è chi va sul sicuro, e chi invece preferisce il gusto dell’insolito.
Anche quest’anno la compagnia teatrale Arcadia di Torri di Quartesolo si conferma un gruppo che ama cimentarsi con esperienze sempre nuove: dopo il felice esordio nel musical con il grande successo raccolto da “Esmeralda”, la compagnia quartesolana si propone al pubblico con un altro allestimento piuttosto inconsueto per il teatro amatoriale vicentino.
Sabato 17 dicembre al palasport di Torri ha debuttato Miseria e Nobiltà: il regista Francesco Picheo ha proposto al pubblico vicentino, abituato a divertirsi con il teatro comico in dialetto veneto, l’adattamento di un grande classico della commedia napoletana.
Alla vigilia c’era una certa curiosità: riuscirà questo celebre testo di Edoardo Scarpetta, reso noto al grande pubblico dalla indimenticabile interpretazione cinematografica di Totò, a
far divertire una platea di magnagati?
La risposta offerta dal debutto è stata eloquente: sì, decisamente sì.
La simpatica brigata di Arcadia ha fatto centro un’altra volta: gli attori sul palco, per la maggior parte veneti doc, hanno saputo incarnare e trasmettere al pubblico l’irresistibile verve partenopea, regalando allegre risate condite da spontanei applausi a scena aperta (memorabile la celebre abbuffata di spaghetti, con il piatto al centro del tavolo preso d’assalto a piene mani dagli affamati protagonisti).
Il regista del resto non aveva dubbi: «Quando preparo uno spettacolo – raccontava Francesco Picheo durante la preparazione – sono inevitabilmente coinvolto dai sentimenti che il testo sa trasmettere. Vi posso assicurare che questa volta ho riso, e tanto, nell’immaginare le scene che avrei voluto proporre al pubblico. Sono convinto che, dopo tanti mesi di prove appassionate, gli interpreti potranno trasmettere al
pubblico tutta l’ilarità, il divertimento e l’ironia che ogni buon napoletano usa per sdrammatizzare anche le situazioni più tragiche».
La storia di Miseria e Nobiltà vive proprio su questa proverbiale “arte di arrangiarsi”: lo scrivano Felice e il fotografo ambulante Pasquale cercano di tirare a campare nella periferia napoletana di fine ‘800, tra fame, espedienti fantasiosi e la voglia di sorridere sempre nonostante tutto. Ne emerge il lato istrionico e coinvolgente di Napoli, culla di una cultura creativa che ha tanto da insegnare e mille emozioni da regalare a ogni spettatore.
Per chi si è perso la “prima”, lo spettacolo tornerà in scena sabato 28 gennaio al teatro Ca’ Balbi di Bertesinella, per chiudere con la nuova replica a Torri prevista sabato 4 febbraio, ultima data nel cartellone degli “Incontri teatrali” promossi dall’assessorato alla cultura del Comune quartesolano.
Francesco Guiotto
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