Il Giornale di Vicenza
Martedì 16 aprile 2013
A parlare con lui bastano pochi minuti per capire che come
regista è di
quelli che non lasciano al caso nemmeno un respiro.
Sarà che , da bravo insegnante di fisica , conosce le regole
dell'universo : di conseguenza , anche in quel piccolo universo che è
il palcoscenico tutto si deve muovere secondo un ordine prestabilito.
Da lui , s'intende.
Francesco Picheo , 62 anni , avellinese di nascita , bolognese di studi
e vicentino di adozione , è il fondatore e la guida della Compagnia
Arcadia , realtà amatoriale costituitasi nel 2001 come laboratorio
patrocinato dal Comune di Torri di Quartesolo .
Per lui il teatro non è una democrazia , e crede solo nei risultati .
In compenso , ci mette l'anima.
Lo abbiamo incontrato per parlare della compagnia e del nuovo
spettacolo in allestimento , il successore de “ L' armadietto cinese “
da poco archiviato.
Su che cosa state lavorando?
“ Uno strano albergo “ un adattamento del testo di Aldo Lo Castro “
Salotto per donne usate “.
Il debutto è fissato per il secondo sabato di dicembre , secondo la
tempistica che adottiamo da sempre : una prima fase di lavoro sul testo
e sui personaggi da aprile a giugno , una pausa estiva ( per gli attori
, perchè intanto io mi dedico alla parte tecnica , ai costumi e alle
scene con lo staff che si occupa di questi aspetti ) e infine ancora
prove da settembre fino al debutto.
Due incontri settimanali , il lunedì e il giovedì , dalle 21 alle 23
alle Scuole Elementari “ Zanella “ di Torri di Quartesolo.
Come è arrivato a fondare Arcadia ?
Ho sempre amato il teatro , soprattutto come autore e regista. A otto
anni ero nei boyscout e per me si sono inventati il “ brevetto di
attore “....poi ho continuato all'università e quando sono diventato
insegnante , negli anni '80 , sono stato tra i primi a istituire un
laboratorio teatrale a Valdagno , in un istituto professionale :
un'esperienza meravigliosa.
Amore per la scienza e per il teatro : strano abbinamento.
Ho sempre avuto questa doppia natura : me lo dicono anche i miei
studenti , che però , vedendomi così sciolto e divertente quando
insegno , si stupiscono quando sono severissimo in fatto di risultati.
Ed è così anche in teatro.
Assolutamente. Do molto , ma pretendo altrettanto. Quando l'assessore
alla Cultura Diego Marchioro mi diede l'incarico di dar vita al
Laboratorio , alle audizioni si presentarono in 66 ; li spaventai al
punto che rimasero in 20 : ma era giusto così , perchè occorrevano
convinzione e motivazioni autentiche. Oggi siamo una quarantina ,
divisi in gruppi di lavoro. In estate penso al lavoro dell'anno
successivo , scrivo il copione o adatto un testo alle esigenze della
compagnia , poi ad aprile si parte. Così riusciamo ad allestire uno
spettacolo all'anno.
Lei fa anche una scelta di fondo in fatto di repliche...
Poche ma buone : per me il teatro è un palcoscenico , un
sipario...capisco che si possa fare anche solo con qualche asse a terra
, ma non è quello che desidero per la nostra compagnia. Scelgo solo
teatri veri e propri.
Come formazione è un autodidatta ?
Sono cresciuto sul campo , ma ho seguito anche dei corsi , ad esempio
con Titino Carrara de La Piccionaia ( abbiamo avuto anche Maurizio
Scaparro , ricordo ), e ho avuto pure l'occasione di fare la comparsa
per Fellini , in “ Roma “ ; lì ho imparato una grande lezione : mai
contraddire il regista...ho aperto bocca e mi ha disintegrato davanti a
150 persone.
Le principali regole della sua regia ?
Tutti sono importanti , l'azione inizia e finisce fuori dal palco ,
bisogna saper gestire gli errori ( lo facciamo anche in prova ) e si
lavora in staffetta : ognuno passa il pubblico all'altro , quindi deve
lavorare bene. Inoltre , faccio in modo che i primi 60 – 100 secondi
dello spettacolo abbiano un sorriso o un battimano : rilassa gli
attori.
Dal Giornale di Vicenza del 16 aprile 2013
di Alessandra Agosti
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